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Jeet Kune Do
L'ARTE DI INTERCETTARE IL PUGNO, L'ARTE CREATA DA BRUCE LEE
« Il Jeet Kune Do rifugge dal superficiale, penetra nel complesso, va al cuore del problema e ne individua i fattori chiave. »
(da jeet kune do il libro segreto di Bruce Lee)
Cos’è esattamente il JEET KUNE DO?
E’ semplicemente una personale espressione del modo di combattere di Bruce Lee , non è un sistema pensato e fissato in schemi rigidi ma un approccio scientifico al combattimento, o come il suo creatore amava definirlo "scienza e arte" la conoscenza dei concetti è scienza; la realizzazione pratica cioè l’azione è arte.
Noi studiamo il Jun Fan Kung fu ossia il Kung Fu di Jun Fan Lee (che è il nome cinese di Bruce Lee) attraverso ciò che lui faceva impariamo il suo sistema il suo metodo per arrivare a creare un sistema di combattimento personale adatto alle nostre capacità la nostra arte.
Da cosa è costituito il Jeet Kune Do?
Il Jeet Kune Do è costituito da tecniche di percossa con tutti le parti del corpo quali : pugni, calci, gomitate, ginocchiate, tecniche a mano aperta o chiusa, tecniche di intrappolamento cinese, tecniche di lotta corpo a corpo in piedi e a terra.
Il sistema prevede uno studio del combattimento su tutte le distanze. E' un combattimento su tutte le distanze.
E’ un combattimento da strada?
No è un sistema creato per vincere i sistemi tradizionali ma puo’ anche essere utilizzato come sistema per combattimento di strada.
Cos'è il JUN FAN KICK BOXING?
Il Jun Fan e’ il termine con cui era definito il sistema di combattimento che faceva Bruce Lee negli anni '60.
All’epoca il Kung Fu era conosciuto come boxe cinese; ma quando Bruce saltellava e calciava, dicevano che non era solo boxe in quanto si usavano anche i calci, da qui: Chinese Kick Boxing, quando videro il Kung Fu che era ancora diverso dicevano e’ la Kick Boxing di bruce, da qui e’ stato coniato il termine “Jun Fan Kick Boxing”, da Jun Fan Lee il nome cinese di Bruce.
Kali
Con l'espandersi del fenomeno Kali in tutto il mondo sono sorte scuole, alcune attendibili e altre meno, ma nonostante ciò anche nell'ambiente delle arti marziali c’è poca cultura sull'argomento.
Il Kali anche se ha senz'altro dei punti in comune con altri metodi di combattimento, possiede delle caratteristiche che lo rendono unico e inconfondibile, benché a volte sembrino vistose le differenze tra alcune scuole di arti marziali filippine. Spesso risulta dunque necessario spiegare quali sono gli elementi di valutazione per riconoscere l’autenticità delle nostre discipline: uno stile o una scuola di Kali, Escrima o Arnis che sia.
"Non è importante quanto sai fare ma quanto bene lo fai"
Questa affermazione introduce il concetto fondamentale del Kali, enfatizzato soprattutto nelle scuole di matrice Jeet Kune Do, secondo il quale sono più importanti i principi (strategia, angolazione, linea centrale, "rompere il dente del serpente", sfruttare la forza avversaria, l'ambiente circostante, l'arma dell'avversario…) e gli attributi (sviluppo della coordinazione, distanza, tempismo, forza veloce, killer instinct...).
La "libertà" da rigidi schemi prefissati, la personalizzazione dell'arte, la naturalezza con cui fluiscono
le tecniche una dentro l';altra, con l'unico obbiettivo di funzionalità ed immediata efficacia, caratterizzano un'autentica scuola di Kali. Per avere una conferma di ciò, è sufficiente osservare gli allievi praticare in maniera personalizzata la Carenza, paragonabile al "vuoto" o shadowboxing del pugilato, eseguita sia con le armi che a mani nude (le forme intese come "Kata" non esistono, negli stili dove si praticano le Sayaw, cioè “danze" queste non sono rigidamente schematizzate comunque di recente costituzione).
Il dialogo che riporto da una lezione del grande maestro John Lacoste a Dan Inosanto, uno dei suoi principali insegnanti che lui stesso considera il Bruce Lee delle arti marziali filippine, è molto significativa per quanto suddetto.
Dan Inosanto:"OK: quando prendo il bastone con la mano destra, metto avanti il piede destro?"
John Lacoste: "No, alcune volte è il tuo piede sinistro a stare avanti"
Dan Inosanto: "Però nel Kenpo mettiamo sempre il piede destro avanti quando l'arma sta nella mano destra"
Lacoste sorrise. Sapeva che Dan non capiva.
John Lacoste: "Attaccami con una tecnica di Kenpo, Dan"
Dan lo attaccò molte volte e ogni volta Lacoste gli mostrò un nuovo errore nella tecnica eseguita.
Dan mise in avanti il suo piede sinistro e Lacoste lo attaccò con il Kenpo.
Dan Inosanto: "Non capisco! Quale è la tecnica corretta?"
John Lacoste: sorrise e disse - "Non c'è forma corretta, devi sentire il tuo avversario e fluire con lui"
Dan Inosanto: sempre più sconfortato - "Bene, insegnami alcune posizioni, per favore"
SILAT
Arte marziale Indonesiana, il Silat, la mortale letale ed elegante arte del combattimento e della difesa personale dei guerrieri indonesiani.
Silat significa combattere combattimento "difendersi dagli altri".
L'integrazione fra gli aspetti estetici della danza con la praticità della difesa personale che rende il Silat così unico.
Il Silat non solo è mortale, è anche bello da vedere!
Ci sono oltre cento stili di Silat in Indonesia di cui ventinove solo a Sumatra e molti altri non registrati.
Infatti praticamente ogni città e villaggio ha il suo stile locale, denominato in base all'area geografica, agli animali imitati o ai principi di combattimento.
L’addestramento del Silat inizia con il Pukulan l’arte del colpire la parte delle percussioni.
Poi si passa allo studio dei Pasang, Sikap, kuda (posizioni) sono ispirate agli atteggiamenti degli animali.
Jurus (le forme), si insegnano subito dopo il Pukulan e i kuda che consistono nelle tecniche realizzate con la parte superiore del corpo.
Langhka (movimento), sono eseguite in fila destra, poi a triangolo, ed infine a "piattaforma".
Sambutan allenamento di due persone l'esercitazione al combattimento.
I Pentas sono delle forme di combattimento a due.
Serangan (" attacco") il combattimento libero. Kembangans (la danza del fior di loto), due praticanti danno il meglio di se mostrando i kuda insieme ai langhka ed il pukulan.
Il Silat mette l'accento sulla velocità e l'agilità e l’efficacia; non ci sono blocchi duri, perché sono i nervi e non le ossa ad essere mirati.